Innanzitutto grazie per aver iniziato a seguire con grandissimo entusiasmo questo esperimento. Ho ricevuto tanti e, a volte, inaspettati riscontri. Grazie.
Questa newsletter si chiama Vulnerabile e racconta - da genitore e prima ancora da persona - il rapporto con mio figlio.
Lui ha una malattia genetica rarissima che causa una disabilità psicomotoria grave. Fa tante cose che appaiono complesse, ma altre, più semplici, restano sfide enormi.
Vulnerabile esce di sabato, che è il nostro momento insieme. O almeno vorrei che lo fosse.
Il sabato mattina mia figlia è a scuola e spesso mia moglie lavora, lasciando un po’ di tempo libero per noi. In teoria, almeno. In pratica, il tempo non strutturato ci fa andare in tilt.
Così abbiamo rituali: dopo le cose basilari – pipì, colazione, medicine (prima o poi ne parleremo) – ci mettiamo a costruire la giornata. Un vero esercizio di produttività, anche se con un approccio tutto nostro.
“Facciamo la board,” dico io.
“Idea! Facciamo la to-do list” risponde lui sostanzialmente dicendo la stessa cosa, ma con un tono già sopra le righe.
Pianifichiamo il nostro progetto importante: 5/6 cose da fare, scritte su un foglio A3 con i pennarelli colorati. La board, appunto. Per rendere tutto memorabile, ma alla fine senza un vero senso, spesso ci facciamo un selfie con la macchina fotografica istantanea e lo mettiamo accanto alla lista, a dire “è la nostra to-do list”.
Penso sempre a questa assurda danza di liste, foto e pennarelli.
Le attività cambiano poco: portare giù la spazzatura, fare la spesa, a volte lavare la macchina. Più che un piano, è un modo per dare un ritmo alla giornata. Mio figlio ama spuntare le cose fatte (meno farle). Prende un pennarello e cancella con aria soddisfatta. A volte esagera: “Flaggo fare sport” anche se non abbiamo mosso un dito.
Quando qualcosa non va – e capita spesso – provo a usare la board per riorientare le cose: “Se non portiamo giù la spazzatura, non possiamo flaggarla.” Di solito non funziona, ma a volte la tattica lo distrae. La verità è che la giornata quasi sempre prende una piega diversa e non c’è board che tenga.
In fondo, credo che questa routine sia più per me che per lui. Mi aiuta a gestire il vuoto del week-end, quella sensazione di dover inventare ogni volta qualcosa di nuovo.
Domenica sera spostiamo la foto sulla parete, come ricordo. La board, invece, finisce nella spazzatura (di nascosto, perché gli altri componenti della famiglia vorrebbero riciclarla). Quello che resta incompleto finisce nella mia to-do list personale e il ragazzo inizia nuove attività, che fa e cambia istintivamente di continuo. Spuntano stanchezza e frustrazione.
You can try the best you can You can try the best you can The best you can is good enough
Ci sono giorni in cui mi sembra che tutto questo sia troppo. E altri in cui voglio credere che, alla fine, stare in equilibrio tra gioco, scoperta e crescita, cercando la meraviglia anche nelle cose più semplici sia il nostro vero talento.
Ci vediamo sabato prossimo.
Oggi proverò a scrivere la mia to do list! Poi ne farò coriandoli, perché è giusto così! 🥰 Buon sabato a tutti!
Anche a casa mia il sabato si fa la todolist mentre si beve il caffè. Non con foto e pennarelli ma su un post it a matita e credimi spesso finisce in vacca lo stesso 🙃! Sono tempi fluidi per questo si parla tanto di antifragilità, spesso tutto inizia con un macellaio chiuso. A proposito, corro a fare la spesa.